“L’incontro con la Lega del Filo d’Oro ha significato molto per me: come architetto mi sono sempre dedicato al design e alla progettazione di arredi e interni per una committenza commerciale, per cui l’aspetto estetico è primario: aver potuto conoscere una metodologia di progettazione completamente diversa,
pensare un arredo in funzione del processo riabilitativo di una persona è stata un’esperienza importantissima, non solo per la carriera ma anche per la mia vita”.
Prima caratteristica è la sicurezza, seconda la robustezza. Terza, ma non ultima, la componente riabilitativa
A parlare così è l’architetto e designer Alfredo Zengiaro, titolare dell’omonimo Studio con sede a Vicenza che da molti anni proetta gli arredi per le sedi della “Lega”, e ha fatto lo stesso anche per quelli del nuovo Centro Nazionale.
Un impegno notevole visti i volumi degli edifici, ma anche le caratteristiche che mobili e complementi devono avere per poter essere inseriti in un contesto così particolare.
Ecco le principali, nelle parole dello stesso Zengiaro:
“Prima caratteristica è la sicurezza: gli arredi devono essere realizzati senza spigoli o angoli, con parti perimetrali e maniglie in materiali morbidi. Seconda, la robustezza“, continua, “per poter durare nel tempo e resistere a usi intensivi. Terza, ma non ultima, la componente riabilitativa: è causale, tutto è parte di un percorso propedeutico che aiuta l’utente ad individuare e quindi utilizzare l’arredo in modo semplice e intuitivo”.
Colori, superfici, materiali, forme: ogni dettaglio è studiato su misura e aiuta la persona sordocieca a essere più autonoma e a orientarsi nello spazio.