Sono arrivata alla Lega del Filo d’Oro 5 anni fa, ad ottobre 2011. Nicolò era la mia "pallina di ciccia", come lo chiamavo io, stava sdraiato o piegato su sé stesso. Nato da una gravidanza apparentemente normale, il mio bambino non aveva né occhi né nervo ottico, non sentiva e non si muoveva. Per i dottori, una serie di "non" da declinare anche al futuro: non vedrà, non parlerà, non sentirà, non mangerà mai da solo... «Signora, che vuole fare. Lo porti a casa, tanti auguri” mi dissero ma io mi chiedevo: “possibile che nessuno possa prendersi cura di Nicolò come persona, così com’è?”.
Dopo un anno e mezzo di visite e pensieri, un otorino ci indirizza finalmente verso alla Lega del Filo d’Oro dove iniziamo il trattamento intensivo e tutto il nostro mondo è cambiato. Dopo solo 3 giorni Nicolò stava in piedi. Quando ho visto che si è girato per toccare un giocattolo quasi mi si fermava il cuore. A Osimo abbiamo scoperto la stimolazione sensoriale, la logopedia, la musicoterapia. Aveva la peg perché mi dicevano che non si sarebbe mai alimentato normalmente, adesso mangia come un lupo e non ha nessun problema di deglutizione. Sapete qual è la differenza? Che alla "Lega" non ti dicono quello che tuo figlio non può fare, ma quello che può fare. E non importa se è tanto o poco. Oggi, a sei anni, Nicolò si alimenta con il cucchiaino, afferra i giocattoli, nuota, ha iniziato a muovere qualche passo ed è arrivato a sentire 60 decibel dall’orecchio destro. Non vedrà mai, su questo non posso farmi illusioni e probabilmente non vivrà mai da solo. Ma è felice, allegro: il suono della sua risata per me è il concerto più melodioso del mondo.