Non solo barriere architettoniche, ma anche sensoriali e di comunicazione; sempre più musei in Italia si stanno muovendo per rendere accessibile il patrimonio culturale alle persone sordocieche, anche grazie al supporto di Lega del Filo d’Oro.
“L’arte, in tutte le sue manifestazioni, è un linguaggio e quindi una forma di comunicazione. Come atto comunicativo deve essere fruibile da tutti”. Sembra quasi scontato, ma provate a immaginare come sarebbe godere della Monna Lisa senza vederla, dei girasoli di van Gogh, della statua del David o di qualsiasi altra bellezza custodita in un museo. Impossibile? No.
Se fino a qualche anno fa l’arte in tutte le sue forme era inaccessibile a causa di barriere sensoriali-percettive, adesso sono molti i musei che si dotano di strumenti in grado di mostrare le proprie opere a tutti. Nel Museo Archeologico Statale Vito Capialbi c’è un percorso per non vedenti che offre la possibilità di poter “toccare” la storia attraverso le copie degli oggetti esposti e di leggere le spiegazioni con testi in Braille. Lo stesso al Museo di Archeologia Ligure e al Museo Centrale del Risorgimento a Roma. Proprio lì, nel gennaio del 2014, la Lega del Filo d’Oro ha organizzato una visita, per passare insieme agli utenti una giornata diversa dal solito, all’insegna della cultura. Tutti i contenuti del museo sono stati resi comprensibili grazie all’esplorazione tattile, per capire dimensioni, forme e strutture di alcuni degli oggetti storici custoditi.
Questo, però, non è l’unico museo ad aver aperto le porte alle persone sordocieche: ad Ancona il museo Tattile Statale Omero, con la collaborazione della Lega del Filo d’Oro, sta sviluppando un progetto di accessibilità rivolto alle persone sordocieche. Quando si parla di barriere, infatti, si fa riferimento solo alle barriere architettoniche, abbattute le quali si ritiene di aver risolto il problema dell’accessibilità, ignorando che esistono molte altre barriere, come ad esempio quelle sensoriali e di comunicazione che precludono ai sordi e ai ciechi la possibilità di esercitare un diritto universale, quello della fruizione del patrimonio culturale.
La cultura diventa, quindi, sempre più accessibile e chi ha la passione per fotografia, pittura e musica, anche se privo di vista e udito, può goderne a pieno. C’è addirittura chi è diventato protagonista di queste arti e sconfiggendo preconcetti e incredulità ha vinto la sfida.